ASADO URUGUAYO

 

La novità per la grigliata dell’estate

La tradizione dell’Asado si lega a doppio filo con l’epopea dei gauchos, i leggendari mandriani che conducevano il bestiame lungo le distese sterminate delle Pampas: a loro si deve la nascita dell’Asado e l’elaborazione di numerose varianti, tra cui l’Asado con cuero, che si fa sotterrando un bue o un vitello, con tutta la pelle, in una fossa dove il fuoco brucia per ore e ore.
In ogni caso l’Asado più spettacolare è l’Asado a la cruz (alla croce) o l’Asado a la reja (all’inferriata): si infilzano quarti di carne in grandi spiedi di metallo e si conficcano nel terreno, intorno ad un fuoco tenuto sempre ardente fino alla cottura finale.
L’Asado uruguayo si cucina al fuoco vivo, tenendo la carne sulla griglia a una media distanza dalle fiamme lasciandola cuocere lentamente, facendo colare il grasso della carne lontano dalle fiamme, sino alla cottura desiderata, è una tecnica di cottura di cottura dove la carne è esposta al calore del fuoco e delle braci, con l’obbiettivo di cucinare la carne lentamente.
Un buon Parrillero (il cuoco) si occupa dell’Asado dall’inizio alla fine della cottura senza lasciare che nessuno si intrometta.
Nel frattempo, aspettando che sia pronto si fanno due chiacchiere accompagnate da un buon bicchiere di vino.
L’Asado si mangia di solito accompagnato con una salsa tipica, il Chimichurri… L’ideale sarebbe preparare la salsa qualche giorno prima dell’Asado e lasciarla macerare in frigorifero in un recipiente di vetro affinché la salsa diventi saporita.